lunedì 23 maggio 2016

ABBANDONI

Precario e preghiera hanno la stessa radice lo stesso significante. Al precario si addice la preghiera come ultimo filo fragile a cui aggrapparsi, per non perdersi negli orrori di questo mondo.
Madri sacrificate sull’altare dell’economia imperante, i cui figli esautorati della loro presenza arrivano a tentare il suicidio. I figli delle badanti dell’est a cui commissioniamo la cura dei nostri vecchi genitori. Bambini affidati a parenti, istituzio...ni, che si ammalano di lontanza e nostalgia delle madri.
Figli consegnati a collegi ed istituti, per occultare illeggibilità, stupri, vedovanze: destini spezzati di cui vedremo i risultati tra cinquant’anni.
Tante le infanzie precocemente private del loro nucleo originario. Non solo madre e padre, ma anche lingua, luoghi, cugini e affini con cui spezzare la dipendenza della famiglia ristretta.
Innumerevoli sono stati i neonati strappati alle cure della madre naturale dopo aver visto la luce per essere affidati a balie o sostituti materni dell’allattamento. L’alto tasso di mortalità infantile dei secoli passati dipendeva probabilmente anche dallo stato di abbandono e incuria a cui i nascituri andavano incontro, nell’essere allontanati dalle cure delle loro madri biologiche.
Il baliatico ha rappresentato fino a buona metà del secolo scorso una fonte di reddito per le donne dei ceti meno abbienti, ma anche un tacito e “legittimo” sistema di esclusione del nascituro all’interno della relazione coniugale.
La donna liberata dall’incombenza della cura e dell’allattamento si rendeva sessualmente disponibile e prolifica secondo le esigenze che del proprio uomo che doveva in maniera forzata e categorica assecondare.
Il pensiero unico partorito dai padri della nuova era, come un mostro contro natura, non si è mai interessato né della cura né degli abbandoni. Il grande Rousseau affidò i suoi figli a un ospizio dopo aver umiliato la loro madre.
E così abbandoni dopo abbandoni, si scrive la storia dell’umanità. Raccontata nei romanzi di Dickens, nelle foto di Salgado nei film di Rossellini e De Sica.
Per talune creature, nemmeno una mangiatoia di ricovero, ma il mare come bara e il cielo come culla.

IL DIASPRO SECONDO ILDEGARDA

L'uomo che è sordo ad un orecchio porti un diaspro alla bocca ed esali su di esso il suo respiro caldo. Lo metta poi subito nell’orecchio e vi metta sopra una stoppa sottile in modo da chiudere l’orecchio. fino a quando il calore di quella pietra non passerà nell’orecchio.

Chi ha un gran raffreddore porti un diaspro alla bocca ed esali su di esso il suo respiro caldo, in modo da renderlo caldo e umido.
Lo metta nei fori delle narici e le comprima con la mano, in modo che il calore della pietra penetri nella testa sciogliendone gli umori.

sabato 21 maggio 2016

La causa principale della guarigione è l’amore

Lunedì 23 maggio alla Casa di Santa Francesca Romana presentazione del libro “La guarigione un percorso spirituale”
Praying together
Pixabay CC0 - Godsgirl_madi
Lunedì 23 maggio, alle 19, presso la Casa di Santa Francesca Romana a Roma, verrà presentato il libro La guarigione, un percorso spirituale scritto da mons. Antonio Interguglielmi, insieme alle antropologhe Francesca Serra e Patrizia Burdi. Il libro sintetizza le relazioni e gli spunti nati in una serie di Convegni tenuti a Palazzo Ponziani, in cui si è affrontata la tematica della visione cristiana dell’uomo come una unicità, anima e corpo.
I tre autori, Interguglielmi, ideatore dei Convegni, Serra e Burdi, descrivono questa ricerca sul tema della guarigione spirituale e fisica. Incontri arricchiti sia dal confronto con visioni distanti da quelle della Chiesa, sia dal dialogo con discipline diverse, come la psicologia e l’antropologia, che hanno arricchito di spunti nuovi queste tematiche, facendo nascere inaspettati punti d’incontro, anche con chi non si professa credente nel senso classico.
Un dialogo che ha avuto come comune denominatore la persona, come valore più alto, tesoro di una ricchezza che mostra l’immagine di Dio nella storia dell’uomo. Nel libro si descrive questa ricerca che, nel sondare le cause delle infermità del corpo e dello Spirito, porta a riflettere come la guarigione dello spirito si accompagni sempre a quella del corpo, e di come, viceversa, la malattia diviene spesso l’espressione di un dissidio dello spirito, di un’armonia persa.
Il testo si snoda così attraverso l’invito a soffermarsi sull’iconografia scelta e selezionata come porta d’accesso alle tematiche su cui meditare e con cui confrontarsi, fino a descrivere la sorprendente attualità della medicina di Ildegarda di Bingen, collegata alla psicoterapia e alle moderne ricerche sul passato genealogico.
Il volume si completa con due relazioni, collegate ai Convegni dedicati a “Guarire gli antenati” e “Guarire la terra”: un interessante cammino antropologico nelle credenze e le pratiche rituali connesse al culto degli antenati e le dinamiche relative alla venerazione dei martiri nella cristianità.
La guarigione integrale della persona diviene così il segno inconfondibile dell’agire di Dio nella storia – personale e universale – dell’uomo, perché l’incontro con il Dio di Gesù Cristo ci riporta all’armonia della creazione. La presentazione del libro avviene nell’ambito dei lunedì letterari organizzato dall’Ufficio delle Associazioni laicali e delle Confraternite del Vicariato di Roma e dalla Casa di Santa Francesca Romana a Ponte Rotto
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Prenotazione obbligatoria su maggioletterario@gmail.com oppure telefonare a 06.58.12.125

venerdì 20 maggio 2016

POLVERIZZARE



"Scrivere è difendere la solitudine in cui ci si trova; è un' azione che scaturisce soltanto, da un isolamento effettivo, ma comunicabile, nel quale, proprio per la lontananza da tutte le cose concrete, si rende possibile una scoperta di rapporti tra esse"
Maria Zambrano


TRASFORMATE LE FERITE IN PERLE



Medicina Naturale ldegardiana, nasce con l'intento di condividere e diffondere i principi della medicina tradizionale mediterranea affine a quella di Ildegarda di Bingen.
Soprattutto intende proteggere la valenza simbolica, delle conoscenze su cui si fonda la nostra identità culturale, di matrice cristiana.
Esaltare il significato fecondo della parola.
Fondere ascolto, empatia e condivisione.
Aprire la strada della guarigione attraverso la poesia e la quotidiana liturgia della bellezza.
Lasciare spazio ai rimedi quanto all'elaborazione della gioia.
ABBRACCIARE IL SILENZIO

MARIA ZAMBRANO



"Scrivere è difendere la solitudine in cui ci si trova; è un' azione che scaturisce soltanto, da un isolamento effettivo, ma comunicabile, nel quale, proprio per la lontananza da tutte le cose concrete, si rende possibile una scoperta di rapporti tra esse"
Maria Zambrano



ANSELM GRUN




"Pregare per gli altri è perciò un metodo proficuo per conoscere se stessi"
                                                   Anselm Grün

LA VERITA' SOLO LA VERITA'



Diceva Francoise Dolto che i bambini e i cani sanno sempre tutto.
La non chiarezza che come un fantasma, sopravvive ai diversi passaggi generazionali delle famiglie, è la causa di ogni infermità.
Non solo i segreti mal celati, ( suicidi, illegittimità, omicidi, disastri finanziari ) ma le parole che ci vengono tolte fin dalla culla.
...
Le parole a cui si accompagna il Senso, le parole che traboccano dal cuore delle mistiche, le parole mute della malattia mentale.
Con il passare degli anni ritengo che tre sono state le esperienze più importanti della mia vita. Vero tirocinio terapeutico ad uso personale.
Il reparto di Neuropsichiatria infantile: lo spreco del silenzio.
Uno smorzo edile, nella periferia romana: lo spreco della menzogna.
La Rai Radio Televisione Italiana: lo spreco della parola.
Questi luoghi hanno rappresentato per me l'incontro con la malattia, la devianza e il potere narcisistico.
Questi luoghi mi hanno mutilato e forgiato, ma hanno fatto sì che la mia parola non sia andata sprecata.
Dunque, invito coloro che partecipano ai miei corsi a non aspettarsi ricette per dimagrire o rimedi per l'eterna giovinezza.
Nessuno ci ha promesso l' immortalità, semmai una Resurrezione.
Quanto a me sono molto brava con il copia e incolla!!!!

MISTICA DELLA SCRITTURA

(Da un mio post su Letteratitudine )




Scrivere ha molto a che fare con la condivisione. Una storia nasce dall'osservazione e dall'immedesimazione con l'altro. Si scrive sempre in uno stato di convivenza spirituale o psichica con altri esseri. Altre vite possibili, o gli stessi antenati che ci sostengono con la Storia.
...
La solitudine fisica a volte é necessaria, ma non sempre; poiché l'atto di stesura cartacea é solo la sintesi finale di lungo e infinito processo di partecipazione mistica con la realtà visibile e invisibile che ci circonda.
La voce dell'io narrante non é mai una voce solitaria, parla a nome di quelli che non hanno voce. Per questo ci piace leggere perché altri raccontano per noi, quello che ci é proibito raccontare, per pudore, paura,analfabetizzazione coatta.
Esiste un museo dei diari, dove é esposta sotto una teca di vetro la storia di Clelia, contadina semianalfabeta padana. Clelia ha narrato la sua vita su un lenzuolo, quello del corredo nuziale. Ha scritto tutto, con la lucidità di Diotima e la profondità lieve di chi maneggia la terra.
"E giusto che certe cose si sappiano" scrive Clelia. Questo dover "far sapere" é il primo impegno civile e politico di chi fa scrittura.
Poi i percorsi fortuiti della pubblicazione sono impossibili da conoscere.
Giancarlo De Cataldo in un'intervista rilasciatami per Leggere Tutti, ha detto che diversi fattori concorrono a fare la fortuna d una scrittore, conosciamo quali, ma ci sfugge il perché e il come.
Credo che l'energia vitale che si trasferisce nel libro o nell'opera d'arte apra la strada ai sentieri della condivisione.
Se Gao Xinjian é arrivato al Nobel é sicuramente perché ha incontrato molti destini sulla sua strada .

Postato Monday, 1 October 2007 alle 12:28 am da francescasca serra
VENERDI 27 MAGGIO, VI ASPETTO ALLA FARMACIA SPEZIALE VATICANA DELL' ABBAZIA DI SAN PAOLO FUORI LE MURA A ROMA DALLE 9 DEL MATTINO.
CONSULENZE, ASCOLTO E CONOSCENZA SECONDO I METODI, I RIMEDI E LE PRATICHE DI ILDEGARDA DI BINGEN.
FRANCESCASERRA@FASTWEBNET.IT

AGNODICE E LE ALTRE


Agnodice, nell’Atene del IV secolo si travestì da uomo ed andò ad Alessandria per studiare ostetricia con Erofilo, il noto medico e anatomista.
Ritornata ad Atene, esercitò brillantemente la professione, sempre vestita da uomo.
Palesò la sua vera identità solo al cospetto della donna da curare.
I medici ateniesi si ingelosirono a tal punto del successo del ‘nuovo collega’ da accusarlo di «corrompere le mogli»:

Tra le donne che scrissero di ginecologia, ma anche di dermatologia e cosmesi, considerate branche della stessa disciplina, la più importante fu sicuramente Cleopatra, vissuta a Roma nel II sec. d.C. Il suo trattato, il De Geneticis, fu ampiamente utilizzato almeno fino al VI sec. d.C., quando si confuse con l’opera di un certo Muscius. Fu poi più volte ricopiato ed attribuito ad altri autori, ovviamente tutti uomini. Stessa sorte toccò all’opera della contemporanea Aspasia, specializzata in ostetricia, ginecologia e chirurgia.
Nell’Iliade incontriamo Agamede, figlia del re dell’Elide, che assiste i feriti sul campo di battaglia nella piana di Troia e non è un’infermiera improvvisata, ma un vero e proprio medico
 «che conosceva tutti i rimedi, quanti la terra vasta produce»
(Il. XI,740- 741

Peri tòn giunaikéion pathòn (“Delle malattie delle donne”),  di  Metrodora, della quale non sappiamo altro che il nome, e il fatto che sia forse vissuta a Costantinopoli nel VI secolo. un’opera di medicina a tuttotondo: ci troviamo infatti di fronte ad una donna che conosce bene i maestri di medicina, sia quelli antichi come Galeno e Andromaco, sia quelli a lei contemporanei come un tale Nichepso l’Egiziano.
i 108 capitoli del suo trattato hanno un approccio che noi definiremmo “empirico.



giovedì 19 maggio 2016

DISCENDENZE


“Durante la schiavitù del mondo contadino le donne fanno nascere i bambini dei poveri, vanno a cercare gli alimenti selvatici e le erbe medicinali che sfuggono all’occhio dei padroni, curano le  malattie i feriti, combattono i parassiti, preparano le liscive di cenere e di bacche oleose, tessono le vesti e tengono acceso il focolare per non morire di freddo, salano e conservano il cibo per l’inverno, creano una rete di solidarietà e protezione per i più deboli. Sono le discendenti delle donne adulte e intelligenti che avevano maturato la prima rivoluzione tecnica del neolitico, imparando ad accumulare scorte per la sopravvivenza di tutta la comunità, mentre i maschi inventavano la guerra Sono le sibille, le guaritrici, le levatrici, ostetriche, erboriste, conciaossa, che curano la grande maggioranza degli oppressi.”. Joyce Lussu  

Non potevo che inaugurare così il mio blog.